Colmare il divario salariale tra uomini e donne attraverso la trasparenza retributiva e regole procedurali che facciano ricadere l’onere della prova sul datore di lavoro che sarà tenuto a dimostrare l’insussistenza della discriminazione retributiva diretta o indiretta. È quanto si propone la direttiva 2023/970 pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea serie L 132. L’atto Ue, funzionale a rafforzare «l’applicazione del principio della parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore attraverso la trasparenza retributiva e i relativi meccanismi di applicazione» segna una svolta perché, oltre al dovere di trasparenza, è previsto un obbligo di intervento delle aziende quando il divario retributivo supera il 5%.